Fiori di Bach
Agrimony-virus
Inauguro questo spazio col primo dei fiori studiati da Edward Bach, ma non per ragioni alfabetiche o di tradizione da perpetuare. Voglio iniziare col fiore che, più di ogni altro, mi si pone davanti agli occhi in questo momento storico segnato dalla pandemia. Strana associazione? Proviamo a spiegarne le ragioni.
E’ opportuna intanto una breve spiegazione ad uso di chi non conoscesse il sistema floreale di Bach. Ogni “fiore” (in realtà l’essenza vibrazionale del fiore di cui porta il nome) agisce riequilibrando uno stato d’animo alterato per i più svariati motivi e che, a lungo andare, finisce con l’avere ripercussioni sui vari livelli dell’esistenza umana.
Della tipologia floreale Agrimony (Agrimonia eupatoria), Bach dice: “Persone gioviali, allegre, piene di buonumore che amano la tranquillità e sono disturbate da litigi o contrasti, onde evitare i quali sono disposte a grandi rinunce. Benché generalmente tormentate da problemi, irrequiete e preoccupate nel corpo e nello spirito, nascondono tali crucci dietro il proprio buonumore e il loro essere burlone e sono considerate ottimi amici da conoscere. Sovente fanno uso eccessivo di alcool o droghe, per stimolare ed aiutare se stesse a portare le proprie croci con leggerezza”. (E. Bach, Guarisci te stesso, 1941). In altre parole, Agrimony vive in uno stato d’animo che lo porta a nascondere dietro una maschera di allegria e positività tutto ciò che ritiene disdicevole nella propria vita; in tal modo egli appare al mondo esterno sempre in uno stato di perfetta e felice beatitudine pur covando nel proprio intimo paure, solitudine, pessimismo o semplicemente qualcosa che per i più rappresenta l’assoluta normalità ma della quale si vergogna tanto da rinnegarla.
Di fatto, se estendiamo il concetto dal singolo alla collettività, sembra il ritratto della società occidentale del XXI secolo, almeno fino alla fine del mese di gennaio di questo anno del Signore 2020.
Ora, da quando le nostre giornate si sono riempite dell’idea di questa nuova “bestiaccia incoronata” che ci ha innegabilmente cambiato la vita, sembra quasi che tutti noi abbiamo assunto una “dose massiccia” di Agrimony e ne stiamo vivendo gli effetti in modo altrettanto massiccio: prima sbandieravamo ad ogni pie’ sospinto leggi e leggine sulla privacy che chiudevano gli spazi della nostra vita a qualunque occhio ritenuto estraneo, adesso le nostre case, chiuse ermeticamente alla materia proveniente dall’esterno, si sono invece spalancate agli sguardi virtuali di colleghi, alunni, spettatori tv e visualizzatori assortiti, in un’orgia di voyeurismo sfrenato che trascina con sé e seppellisce (forse) per sempre le facce abilmente truccate, le scenografie sofisticate e le luci spiana rughe dell’era ante pandemia. E così ci ritroviamo a fare disinvoltamente lezione online con il gatto sulle gambe, a chiederci curiosi chi sia una collega dal viso non noto per poi scoprire che è la collega con la quale abbiamo sempre cordialmente interagito che, beccata improvvisamente dalla videoconferenza, non ha fatto in tempo a spalmarsi sul viso il solito consistente strato di trucco; ci ritroviamo a cercare di indovinare la personalità di volti televisivi dal set casalingo da cui si collegano: file ordinate di libri o quadri d’autore, locali familiari come una cucina oppure asettici come una parete tutta bianca segnata appena dalla spalliera di un divano. Senza parlare di chi ostentava una sicumera da supereroe ed adesso si lascia andare a disdicevoli scene di intolleranza da panico, chi non frena le lacrime in diretta e chi non nasconde più l'ornamento di una vistosa "ricrescita".
Sono cadute le maschere, tutte. Qualcuno direbbe “era ora che accadesse!”, ma non dimentichiamo la modalità con la quale abbiamo inconsapevolmente preso questo potente rimedio!
Bach, nella sua visione universale, vedeva l’umanità tutta come emanazione di un Amore infinito e, nel ricongiungersi a quell’Amore, vedeva lo scopo di ogni vita, scopo che i rimedi da lui scoperti potevano aiutare a raggiungere. Ora che, grazie all’azione di questo nuovo, potente, invisibile Agrimony siamo tutti più veri, senza i pudori da sovrastruttura imperante, ora che si mostrano perfino le lacrime, quelle vere, senza esibizione e senza vergogna, ora percepiamo distintamente il riflesso più concreto di quell’Amore: gli invisibili legami che uniscono l’uno con l’altro questi mucchietti di molecole senzienti che siamo tutti noi.