La bacchetta curativa
Kamli Giusy Marchese
Parlando di orgoniti non si può non parlare della “bacchetta curativa”. Di cosa si tratta? Questo oggetto nasce dagli studi di Mehran Tavakoli Keshe, un ingegnere nucleare iraniano che ha sviluppato una interessantissima teoria sui reattori al plasma. Non voglio entrare in un ginepraio tecnico scientifico, ma è importante capire che il “plasma”, secondo Keshe, non è altro che l’insieme di materia, antimateria e materia oscura che compongono ogni singola particella di materia esistente, al quale insieme si aggiunge anche il campo magnetico in movimento che accompagna ogni particella. Si deve proprio a questo insigne scienziato il modello di costruzione di un acceleratore di plasma di dimensioni contenute ed utilizzabile per il benessere personale. Questo piccolo acceleratore di plasma (Penna di Keshe) è stato poi ulteriormente migliorato dalla geniale Mari Carmen Lozano (https://orgonangel.com/) che lo ha inserito all’interno di una orgonite aggiungendo sulla sua punta anche un cristallo di quarzo. In tal modo vengono coniugati i benefici del plasma con l’aspetto elettromagnetico delle orgoniti e gli effetti riequilibranti dei cristalli.
Le bacchette curative sono quindi strumenti di benessere, capaci di alleviare dolori di diversa tipologia in tempi molto rapidi, facilmente usabili anche su se stessi. Le loro dimensioni contenute (dai 10 ai 15 cm.) le rendono “portatili” ed il loro peso varia da poco più di 25 a poco meno di 100 grammi. Eppure la loro potenza energetica è straordinaria. Possono essere usate direzionando la punta sulla zona da trattare e muovendola con movimenti fluidi e circolari senza toccare la persona ma mantenendo la bacchetta ad una distanza variabile da 1 a 30 cm.; bastano pochi minuti, una o più volte al giorno, per alleviare la maggior parte dei dolori acuti. Ottimi risultati si ottengono anche utilizzando la bacchetta sui punti di riflessologia (mani e piedi), modalità questa consigliata espressamente in caso di persone con particolare sensibilità. Nei casi di “sovrappieno” energetico, la bacchetta funziona anche da scarico: basta applicare la base della bacchetta sull’area interessata; in questo caso attenzione a non posizionarsi in direzione della punta della bacchetta in quanto si verrebbe investiti dal fascio energetico “sporco” che si verrebbe a liberare.
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