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Due candele, un incenso e un piatto doccia
Le attrezzature per il benessere, quelle basilari

Cos’è il benessere?
Secondo l’opinione comune è all'incirca un sinonimo di ricchezza con gli effetti collaterali che essa produce.
 
Secondo l’O.M.S. il benessere (fisico, mentale e sociale) è quella cosa la cui presenza attesta l’esistenza della “salute”.
 
Secondo me la parola si spiega benissimo da sé: Bene Essere, cioè semplicemente quella sensazione che ci fa dire “Ahhh, come mi sento bene!”.
 
Dopo una giornata intera passata a rincorrere i minuti, con gli impegni che incalzano, il capo che pretende, la famiglia che rivendica i suoi diritti, gli amici che ci danno per dispersi, infine arriva la sera: il lavoro tace, la famiglia sonnecchia, gli amici si son dati ai loro bagordi, ecco che in TV passa l’immagine di una fantastica SPA, con una sauna fumante, magnifici giochi d’acqua e le mani vellutate di un gagliardo massaggiatore. Quel tale avrebbe barattato il suo regno per un cavallo, noi baratteremmo volentieri anche tutta la nostra preziosa collezione di profumi di marca per poterci trovare esattamente lì, in quella sauna, davanti quei giochi d’acqua e soprattutto sotto quelle mani vellutate. …sogni…
 
Sogni, sì, ma neppure tanto! No, non sto per proporvi la pubblicità della SPA dei vostri sogni in offerta speciale al costo di un misero caffè.
 
Riflettiamo un po'. Se la giornata – o anche solo una situazione – pesante ci ha privati del benessere, vuol dire che al posto di quest’ultimo è subentrato lo stress. Cosa accade al nostro corpo quando ci troviamo in una situazione di stress? Accade che l’istinto percepisce ciò che sta accadendo come un potenziale pericolo che incombe su di noi. Quando siamo in pericolo i sensori del nostro corpo attivano una serie di messaggi che si indirizzano principalmente verso le ghiandole surrenali che iniziano a produrre cortisolo che, insieme alla co-prodotta adrenalina, è pronto ad essere speso nella fuga (= pericolo troppo grande) o nell’attacco (= pericolo su cui posso avere la meglio). Ma dobbiamo/possiamo forse scappare via dalla pratica da evadere in ufficio? O possiamo tentare l’eliminazione fisica degli altri membri della famiglia? Ecco quindi che questo preziosissimo ormone che abbiamo prodotto non ha modo di realizzare il suo compito e, in mancanza di meglio, si scatena contro noi stessi: cerchiamo di scappare da noi stessi ma di fatto ci autodistruggiamo. In tutto questo complicato processo le ghiandole sudoripare lavorano alla grande, la mente non ha pace, i muscoli sono preda di movimenti inconsulti o veri e propri tic nervosi.
 
La famosa SPA, certo, sarebbe una mano santa, ma non si può. E allora? Rinunciamo a calmarci, tanto domani sarà la stessa cosa? Niente affatto!
 
Utilizziamo le attrezzature per il benessere più basilari e più alla portata di tutti. La location: il bagno di casa. Chiudendo la porta, immaginiamo di chiudere fuori tutto quello che, durante la giornata trascorsa, è stato la nostra zavorra. Con il sottofondo di una musica che ci rilassi, ovviamente a basso volume, accendiamo una o due candele dalla forma a noi gradita ed un bastoncino (o cono) di incenso di un aroma che ci piaccia ed intanto soffermiamoci anche solo per qualche minuto a guardare le piccole fiamme che vibrano e rischiarano l’ambiente, respiriamo il profumo che si sprigiona. Respiriamo seguendo col pensiero il ritmo del nostro respiro e lasciamo che i nostri sensi siano immersi profondamente in questo ambiente che ha preso forma; proviamo a seguire con gli occhi, con consapevolezza, il profilo della candela; sarà una linea retta che si incurverà nei paraggi della fiamma, oppure sarà una linea sinuosa: ci è piaciuta quella candela, l’abbiamo scelta, possiamo rivivere il piacere che ci ha procurato; il profumo dell’incenso ci susciterà altri ricordi: anche questo ci piace ed è perciò che l’abbiamo scelto. Ecco, sottolineare a noi stessi che abbiamo potuto fare delle scelte, per quanto piccole, è un’ottima cura antistress: ci dà la misura del nostro esistere come individui senzienti e capaci comunque di autonomia di giudizio, è una cordiale pacca sulla spalla che ci rassicura e ci restituisce la fiducia in noi stessi.
 
Vista, udito, olfatto; per omaggiare il gusto regaliamoci un pezzetto di cioccolato, un biscottino sfizioso o qualcos’altro che gratifichi le nostre papille gustative, beninteso in piccola quantità, non solo perché eventuali eccessi calorici potrebbero scatenare sensi di colpa carichi di nuovo stress, ma soprattutto perché una piccola quantità spinge a raffinare la sensazione del gusto rendendola più intensa.
 
Manca ancora un senso: il tatto. Per gratificare questo senso, non restringiamo il campo d’azione, allarghiamolo quanto più è possibile estendendolo a tutta la superficie corporea: una doccia calda ma non eccessivamente, avvolti dall’aroma del detergente che maggiormente ci gratifica, magari sotto una rilassante luce blu, completerà il nostro momento relax nella piccola ma efficiente SPA casalinga.
 
Banale, vero? Eppure queste “attrezzature per il benessere” sono sempre sotto i nostri occhi, ma di fatto non le vediamo mai in questa luce: compriamo candele ed incensi che finiscono dimenticati in un cassetto, dimentichiamo che con una semplice app gratuita il nostro telefono diventa un archivio infinito di musica relax ed ignoriamo che con poco più di dieci euro possiamo avere nella nostra doccia un soffione con luce per tutti i gusti. In fondo, come scrisse Trilussa, “Tutto sommato, la felicità è una piccola cosa”.
 
“Ehi, e le mani vellutate del gagliardo massaggiatore?” beh, se non vogliamo prendere in considerazione l’ipotesi di coinvolgere nel nostro spazio relax un eventuale partner sprofondato sul divano, penso proprio che dovremo temporaneamente metterla da parte, a meno di non voler scatenare situazioni certo molto più stressogene della pesante routine quotidiana…


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